I boschi e le foreste hanno un’importanza indiscutibile per gli abitanti del pianeta: una volta era in voga chiamare gli alberi “polmoni verdi”, oggi è più comune sentire parlare di “catturatori di Co2” e di forestazione urbana. L’interesse e la sensibilità nei confronti dell’ambiente sono in costante crescita, così che nelle aree più o meno prossime alle città vengono messi a dimora ettari di piccoli alberi, per compensare il carbonio prodotto dalle attività industriali
Un aspetto importante è la documentata capacità dei boschi di abbassare lo stress e aumentare il benessere di corpo e mente. Sono sempre di più le persone che dedicano del tempo al forest bathing, ovvero le passeggiate nei boschi percepite come “bagni immersivi” nel verde, le quali generano una riconnessione con la natura che rinvigorisce e depura.
Nonostante una gran parte del suolo nazionale sia ricoperto da aree boscate, si parla però meno spesso della manutenzione delle stesse: è diffusa la credenza implicita che questi ambiti siano e debbano restare naturali, dimenticando che fino agli anni cinquanta dello scorso secolo il bosco era altamente vissuto e sfruttato dai nostri avi. Oggi il bosco rappresenta un luogo ricreativo, ma in una storia recente era una fonte di sostentamento (e fatica). Si raccoglieva la legna per scaldare le case, i frutti, la cacciagione e quanto fosse a disposizione da mettere nel piatto. Queste azioni prevenivano l’accumulo di materiale secco e organico e mantenevano un equilibrio tra le diverse specie impedendo il soffocamento del sottobosco.
Il cambio, le abitudini odierne e la scarsa attenzione o capacità di far fronte alla cura boschiva, hanno portato all’abbandono quasi totale di molte aree, che risultano così non più fruibili. Senza manutenzione si ha una crescita incontrollata di rovi, i quali, assieme al secco accumulato, rappresentano un serio rischio pirologico. Inoltre, rendono sentieri e passaggi inutilizzabili, ma è anche l’ecosistema stesso a rimetterne, perché la diffusione di alcune piante infestanti, spesso alloctone, soffoca la biodiversità.
Un bosco sano e sicuro è un bosco curato: la direttiva comunitaria Habitat ha il fine di salvaguardare e promuovere la cura dei preziosi biotopi europei, attraverso la creazione della rete Natura 2000, costituita da siti di interesse comunitario (SIC) identificati dagli stati membri. Anche i boschi del litorale di Cavallino Treporti sono siti di interesse comunitario e, in quanto tali, gli interventi di rinaturalizzazione sono auspicati.
Il Marina di Venezia Camping Village ha un’estensione di settanta ettari con un’importante presenza di aree boscate demaniali ai margini, prive di piazzole e strutture abitative. Nel 2011 ha presentato un progetto per la rinaturalizzazione di queste zone, curato dalla dott.ssa agronoma Vanna Funes. In seguito all’approvazione ha proceduto alla selezione tra pini marittimi (Pinus Pinea e Pinus Pinaster) risalenti ad impianti degli anni ‘50 a favore di una rinascita dell’autoctono Quercus Ilex (leccio), del quale sono state messe a dimora mille piantine. Previamente è stata fatta una gran pulizia dalle specie infestanti e una spalcatura dei rami secchi, per mitigare il rischio incendi. La manutenzione, curata dal brand E-Gardening di Ecosistem, è costante.
Ecco un estratto dall’intervista alla dott.ssa Vanna Funes che approfondisce l’aspetto manutentivo e potete vedere per intero a questo link:
“Questo progetto di rinaturalizzazione è qualcosa che è partito molti anni fa – circa dieci anni fa- e dobbiamo dire che il risultato che abbiamo ottenuto finora è proprio legato alla manutenzione e alla corretta gestione del bosco. E’ un lavoro che deve essere fatto da persone qualificate: questo è fondamentale, perché è necessario nel momento in cui si interviene, nella fase di contrasto della vegetazione infestante per l’eliminazione delle specie aliene, rispettare tutto quello che è il sottobosco e le specie erbacee di pregio. In effetti, accanto agli interventi che possono essere considerati puramente boschivi, ci sono dei lavori di pulizia della parte del sottobosco per liberare le specie le pregiate dalle infestanti, quali la Amorpha fruticosa, la Oenothera biennis e il rovo. Negli ultimi anni abbiamo avuto problemi anche con l’edera.
Con la manutenzione è importante eliminare queste specie aliene per favorire la crescita e lo sviluppo delle specie autoctone e caratteristiche dei nostri boschi litoranei.
Questa azione di manutenzione e corretta gestione è fondamentale, in quanto ci troviamo all’interno di un sito Natura 2000 e in particolare nell’area SIC, acronimo di Sito d’Importanza Comunitaria, della penisola del Cavallino dei biotopi litoranei, e quindi la conservazione e l’inserimento di nuove specie tipiche di questi ambienti, ovvero di questi habitat, è fondamentale per aumentare il livello di biodiversità di questi luoghi.”
Impegnarsi nella manutenzione dei boschi significa creare le condizioni più adatte per vivere al meglio la magia di questi luoghi. La cura è alla base del godimento di questo bene prezioso per tutti, un verde che sana, purifica e rinvigorisce l’anima.