La Convenzione Europea del Paesaggio, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a Strasburgo il 19 luglio 2000 e ratificata in Italia nel gennaio 2006, afferma che tutto è paesaggio.
Il paesaggio diventa la chiave del progetto, il grande contenitore che racchiude beni naturali, beni culturali e bisogno sociale, che esprime le proprie regole per una progettazione sostenibile sul territorio, paesaggio come somma delle emergenze territoriali intese, in particolare, quali natura+cultura.
La progettazione del paesaggio, partendo da queste premesse, assume quindi un ruolo molto importante.
A livello internazionale, il verde è sempre più percepito come spazio vitale in grado di assolvere importanti funzioni ambientali, ecologiche, sociali ed economiche. Tuttavia, in molte aree verdi, l’inadeguatezza qualitativa delle operazioni di impianto e manutenzione sono spesso causa di una mortalità eccessiva delle piante e, di conseguenza, di un abbassamento dei benefici forniti dall’area verde stessa. È quindi necessario utilizzare, nella pratica, tecniche colturali e accorgimenti economicamente ed ecologicamente sostenibili, in grado di migliorare in modo determinante la qualità del verde, pensare al progetto e alla realizzazione del verde, sia esso privato o pubblico, come ad una filiera di qualità, attenta alle esigenze delle specie vegetali dall’impianto fino alla senescenza.
Fondamentale è effettuare un’analisi preliminare delle potenzialità del luogo di intervento e sulle necessità delle specie vegetali preesistenti al progetto, nel caso siano presenti.
Una volta preparato il sito d’impianto al fine di renderlo idoneo alla vita delle piante, vanno selezionate specie e piante idonei per la messa a dimora: è necessario valutarne le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e fitosanitarie e la fitness, ovvero la capacità di una specie/individuo vegetale di fornire benefici nel sito in cui sarà messo a dimora.
Particolare attenzione e cura va posta nella fase di attecchimento delle piante, momento in cui i nuovi impianti sono particolarmente suscettibili a stress biotici e abiotici, stress idrico, compattazione del suolo, competizione con le infestanti.
Molto importante è quindi la selezione del materiale vegetale in vivaio.
Adattabilità ai cambiamenti climatici, alta capacità di sequestrare CO2 atmosferica e capacità di sopravvivere in condizioni di relativa carenza idrica, solidità strutturale di chioma e fusto, buona tolleranza al trapianto, ridotta o assente allergenicità e tolleranza nei confronti di patogeni sono requisiti fondamentali da considerare al momento della scelta di una specie: la selezione basata esclusivamente su criteri estetici è inappropriata e porta ad una diminuzione dei benefici arrecati dalle piante e ad un innalzamento dei costi di manutenzione.
Considerare congiuntamente parametri agronomici, ecologici, funzionali, estetici, di adattabilità al sito ed ai requisiti di manutenzione permette invece di selezionare la pianta giusta per il posto giusto.
Un discorso analogo può essere fatto per la gestione delle aree a prato: sostituendo o affiancando aree gestite in modo intensivo con aree a bassa manutenzione, come per esempio prati fioriti o copertura con opportuni arbusti coprisuolo, si ottiene il duplice obiettivo di ridurre drasticamente i costi di manutenzione, il consumo idrico e quello di fitofarmaci e di aumentare i benefici, principalmente in termini di biodiversità, offerti dall’area verde.
La progettazione diviene quindi elemento imprescindibile per la realizzazione “sostenibile” del paesaggio.
La scelta delle essenze, l’uso di tecniche opportune per l’impianto e la gestione dell’acqua irrigua sono tra le principali tematiche che, se affrontate in modo attento e consapevole, determinano la buona realizzazione del progetto stesso.