La bellezza parla da sola, a volte lo dimentico e mi perdo a filosofeggiare per esprimere le sensazioni che un giardino e le parti che lo compongono regalano alla vista. In giardino per suscitare emozioni lavoriamo su basi studiate a monte della progettazione, ma la formazione continua anche nelle fasi di manutenzione.
Ho scelto questo mese di parlare di potatura: ci sono libri, dispense, video su questo argomento, materiale a non finire, è la moda del momento che ha scatenato la circolazione di innumerevoli corsi per appassionati, eppure assisto sconsolata alla vista di troppi giardini in cui l’arte del potatore non è stata assimilata, un sapere che ai giorni nostri considero assolutamente necessario.
Nei giardini appena allestiti sembra tutto bellissimo, poi passano gli anni e le piante crescono a dismisura, un errore di valutazione che vorrei fosse attribuito al passato, ma non è così, ho constatato che siamo ancora lontani dalla diffusione di un certo tipo di sensibilità nelle operazioni di giardinaggio, ma oggi più che mai abbiamo i mezzi per capire ed agire in maniera sostenibile.
Vi siete mai chiesti cosa sia la potatura, perché potare e cosa state potando, e soprattutto cosa accadrà negli anni dopo questo intervento? Rispondendo a queste domande acquisirete la delicatezza che manca a chi crea danno estetico e fisico alla pianta, per me veicolare questa visione è più importante di insegnare come si pota, perché crea una cultura del verde diffusa che ha l’obiettivo di circondarci di bellezza attraverso il giardino.
Qui tratteremo la potatura degli arbusti, quelle piante a fusto legnoso che non superano i 5/6 metri e che spesso ramificano partendo dal basso, sia spoglianti che sempreverdi, tra cui troviamo anche le rose e gli aceri giapponesi. La potatura dell’arbusto ornamentale è una forma di correzione che serve per ottenere dalla pianta il meglio in fatto di fioritura e armonia della forma, in base alla specie e alla collocazione. Potiamo per ottenere negli anni una pianta sana dall’aspetto piacevole, quindi come prima cosa dobbiamo riuscire a classificarla. La potatura degli arbusti ornamentali inizia in modo specifico, è un rituale che ti permette di entrare in connessione con la pianta: prima si eliminano i rami secchi valutandone lo stato di salute e poi, in alcuni arbusti, si procede con il taglio dei rami vecchi, un passo da non trascurare per non ritrovarsi a tagliare rami con troppi anni alle spalle. Dopo, in base alla specie, si procede con l’obiettivo di raggiungere una forma armonica.
Ma cosa accadrà negli anni dopo questo intervento? Le piante sono esseri generosi, anche dopo potature drastiche spesso riescono a donarci il loro verde e bei fiori, tuttavia se scegliamo una potatura inadatta alla specie andiamo a creare dei danni che si ripercuoteranno nella salute della pianta nel futuro. Conoscere la pianta su cui andiamo a intervenire ci consente di sapere cosa accadrà dopo la potatura. Conoscenza, sensibilità e senso estetico sono doti che un giardiniere deve coltivare nel giardino che è dentro di lui e che deve riuscire a trasmettere al committente, per farlo divenire complice nel raggiungimento dell’obiettivo comune, un giardino armonioso e bello.
Anche nel caso che la realizzazione e manutenzione sia tutta in mano al giardiniere, la cultura del verde consente ai proprietari di poter amare ed apprezzare il proprio giardino e di valutare bene interventi che potrebbero portare ad un pentimento futuro.
La famiglia degli arbusti è molto grande e riconoscerli tutti sembra un ardua impresa; alcuni sono molto piccoli, possono essere alti anche solo 20 cm, pensiamo ad alcune rose o arbusti striscianti e tappezzanti come Cotoneaster. In questi casi le potature servono a renderli compatti nel caso vi siano rami scomposti o che la pianta tenda ad essere più spoglia al centro. Gli arbusti con altezze da uno a due metri è opportuno evitare di potarli in altezza, mentre sopra i tre metri dovrebbero essere stati posizionati in un posto dove possano esprimere la loro dimensione; nel caso non ci sia stato uno studio preliminare possiamo correggere mantenendo ogni anno la giusta potatura senza saltare mai la manutenzione annuale. In alcuni arbusti grandi possiamo procedere con un taglio compatto dei rami giovani, ad esempio nel caso del Cotinus Coggygria, soprattutto nella varietà Royal Purple che è la più alta e vigorosa.
Gli aceri giapponesi hanno regole totalmente diverse dagli altri arbusti nella potatura, non si accorciano e si tagliano solo per migliorarne la forma ed il taglio che deve essere fatto nel punto giusto del ramo per evitare disseccamento di rami importanti. Per le rose si procede in base alla specie, difficile paragonare il taglio di una rosa cinese al taglio di una inglese, si tratta di arbusti straordinari che richiedono una gran conoscenza, ci si può perdere dentro alla loro storia legata alle epoche in cui il giardinaggio era un fattore sociale di grande importanza.
I differenti periodi di potatura vanno rispettate per non perdere le fioriture, la regola principale è potare sempre dopo, si avranno quindi due principali momenti di potatura: per gli arbusti a fioritura primaverile si agirà dall’ estate all’ autunno, mentre per quelli a fioritura estiva dall’autunno alla fine dell’inverno.
Le giornate migliori per la potatura sono quelle asciutte in cui il taglio riesce ad asciugarsi perfettamente ed è importante che il taglio del ramo sia eseguito con lama pulita per scongiurare il rischio di infezioni, accortezze di base che servono a mantenere la pianta sana.
Come sempre nel giardinaggio un azione corrisponde a una serie di successive reazioni, potare è tecnica, arte, conoscenza, sensibilità, soprattutto un azione dalla quale non possiamo tornare indietro. Diffondere cultura verde serve a migliorare il nostro paesaggio, trasmettendo positività, la strada dell’amore resta sempre quella più sicura.