Quando sto ultimando un giardino, c’è una cosa che dico sempre a chi se ne prenderà cura: “Impara ad amarlo!”.
Che si tratti di un piccolo angolo di verde o di un grande parco, egli nasce da un desiderio e, quindi merita di essere curato con amore.
L’ambiente verde, progettato e rinnovato, muta ciò che lo circonda, ma questo effetto non è percepibile subito da tutti: è un qualcosa che va sottolineato, soprattutto quando si parla di un giardino d’acqua. Ogni piccolo gesto che dovrà compiere chi curerà lo specchio d’acqua, da me spesso definito “giardino d’ acqua”, è paragonabile alle attenzioni che necessiterebbe un giardino di terra.
A fine luglio eravamo nelle Marche, circondati da un paesaggio tipico fatto di colline colorate a mosaico, all’interno di una tenuta di campagna dove abbiamo creato un laghetto per completare la bellezza del giardino. Ho accompagnato il proprietario del giardino ed il curatore del progetto a vedere ogni particolare del laghetto: erano immersi in un mondo a loro estraneo, forse ancora non sapevano quanto avrebbe guadagnato quel luogo dal punto di vista paesaggistico ed ambientale. Era ancora presto per scoprirlo, hanno dovuto bagnarsi le mani molte volte prima di sentire che quell’acqua, dello stagno, era in realtà pulitissima. L’acqua va amata come si ama la terra tenuta libera dalle erbacce.
Mi è stato chiesto come fare per tener pulito il laghetto, il miglior modo è osservare l’acqua:
- se è limpida il merito è del giusto filtro, meccanico o vegetale che esso sia;
- se ha un buon odore è grazie all’ossigenazione, data dagli ossigenanti vegetali o dalle pompe di ricircolo;
- le alghe filamentose sono una protezione naturale per il fondo, e si formano in mancanza di piante ombreggianti o almeno fino a quando le ombreggianti hanno raggiunto il giusto sviluppo (ninfee o simili).
Possiamo correggere ogni mancanza con facilità, quindi non c’è nulla da temere. A volte le alghe filamentose sono considerate un flagello al pari della gramigna, la quale, però, ha anche dei lati positivi, ad esempio viene spesso usata per mantenere verdi i prati durante inverno.
Certo, mai nessuno potrà manifestare il desiderio di avere un laghetto di sola alga filamentosa, tuttavia ricordo che quando interveniamo andiamo a correggere e non a distruggere. Questo perché l’alga filamentosa ospita tantissime larve di insetti utili, come le ninfe di libellula, che in piena estate si nutrono di zanzare, allo stesso modo i girini di rana e rospo ne mangiano una discreta quantità, quanto le lumache d’acqua (Lymnaea stagnalis), che le tengono sotto controllo fino a quando hanno a disposizione le foglie di ninfea marce (a partire da non prima di aprile-maggio). Quindi, sì: l’alga filamentosa si toglie, non in maniera maniacale, ma mantenendo una pulizia veloce, costante e ravvicinata.
Dall’avviamento sino al completamento, che viene raggiunto allo scadere delle quattro stagioni successive, un giardino d’acqua piano piano diventa un ecosistema, facendoci ritornare bambini alla scoperta di quel mondo che fino a quel momento era a noi sconosciuto.
Gli animali, come piccoli pesci, anfibi ed insetti, se posti in un bacino adeguato alla loro crescita, raggiungono un loro naturale equilibrio: quindi, siamo sempre noi a scegliere la giusta direzione, affinché tutto possa vivere in armonia. Hai la terra: sporcati le mani e la sentirai finalmente tua. Quando hai un giardino d’acqua, invece, solo nel momento in cui ti bagnerai le mani con le sue acque capirai quanto bene hai fatto al tuo verde e all’ambiente circostante.
L’acqua è un dono meraviglioso per il giardino e, a mio parere, un atto d’amore verso di esso. Le quattro stagioni del giardino d’acqua fanno la loro comparsa come le voci di una sinfonia, in cui ciascuna viene messa in luce singolarmente per poterne godere a pieno della sua vivace bellezza. Ad esempio, adoro usare le fioriture di perenni primaverili precoci intorno al laghetto nella zona umida, magari scegliendo quelle di altezza più bassa come i Geum e gli Epimedium.
Poi dare il cambio con le prime fioriture di Iris, che svettano alte, passando il testimone alle regine dell’estate, le ninfee rustiche, mentre a bordo lago le Typha richiamano l’autunno.
L’inverno è per me il momento in cui gli effetti della bruma, ghiacciando le piccolissime infiorescenze dell’Alisma, ci fanno calare in uno sonno di ghiaccio: il dovuto riposo della natura, che con suoi cicli naturali ci stupisce di volta in volta. Questo è solo un esempio del grande potenziale emozionale generato da un giardino d’acqua ed io non posso che continuare a desiderarlo per tutti, basterebbe solo un piccolo angolo blu in cui bagnarsi le mani.
Anna