Gli alberi d’ inverno dissolvono il dubbio di ogni costruita bellezza. Vivi, reali, mostrano ossa e muscoli, sono qui da prima di me e neppure loro sanno cosa succederà domani.
Le specie spoglianti nel loro mutare, dapprima nude creano trame nel cielo e successivamente colorano la scena creando forti emozioni. Rimango dell’idea che la percentuale di alberi a foglia caduca debba essere di gran lunga maggiore a quella delle piante sempreverdi in un allestimento, che sia di un giardino o di un parco.
Questo non solo per motivi emozionali, come sempre quando si lavora ad un nuovo progetto, la relazione tra gli elementi essenziali deve avere un equilibrio che permetta di ricreare un ambiente sano, ma ora è sempre più necessario che il progettista prenda atto dell’ecosistema globale. Il giardino oggi non è più solo un gioco, diventa una necessità creare un ambiente stabile, dove dare la possibilità alla natura di svilupparsi.
Siamo giunti alla fine dell’inverno, gli alberi spoglianti iniziano a dare spettacolo: le fioriture precoci sono una grande risorsa per gli insetti impollinatori che al risveglio nelle prime giornate calde trovano dove nutrirsi.
Un albero particolarmente bello, conosciuto per il colore autunnale delle foglie, è il Parrotia persica che ora è in piena fioritura. In un primo pomeriggio di sole, passando accanto alla chioma di un grande esemplare, ho sentito il ronzio di centinaia di api che bottinavano polline passando da un fiore all’ altro, un suono dolce che ricorda la primavera in arrivo.
Mentre mi rilassavo ascoltando le api, ho colto un fiore di Parrotia e mi sono soffermata sui particolari. A febbraio noi giardinieri siamo impegnati nella preparazione del giardino e spesso manca il tempo per l’osservazione, una parte molto importante del nostro lavoro.
La Parrotia fa parte delle Hamamellidaceae, una famiglia che accomuna le varie specie per una struttura dei fiori molto particolare, caratterizzata da lunghi stami di uno sgargiante color amaranto, contenuti da un calice a quattro petali verde. Le api cercano il polline proprio alla base degli stami, il profumo leggero è inebriante per loro.
Altre fioriture particolari sono quelle delle Betullacee, una famiglia monoica. Nella pianta si notano da prima i fiori maschili, bellissimi amenti ricadenti verso il basso come catene dorate a contrasto con il cielo azzurro e terso di fine inverno. Poi si aprono i fiori femminili, restano attaccati al legno, piccolissimi e quasi invisibili di color amaranto.
Noccioli, betulle, ontani, fanno parte del nostro paesaggio, ed inserirli nei giardini è creare un dialogo tra la natura selvaggia dei boschi e degli incolti e la natura degli spazi addomesticati rappresentata dai giardini.
Impariamo ad omaggiare anche le fioriture leggere e non solo quelle caratterizzate da grandi fiori, le piccole fioriture sono molto durevoli, aumentano la percezione di naturalità del giardino e attirano gli impollinatori. Questo loro aspetto leggero mette in perfetto risalto le fioriture del sottobosco precoci, come quelle di anemoni, pulmonarie, bucaneve ed ellebori.
I salici un poco alla volta stanno conquistando i giardini, grazie anche all’ introduzione di laghetti e biolaghi ornamentali.
Tra le varie specie ne esistono di piccole varietà facilmente coltivabili anche in spazi ridotti. Le loro infiorescenze sono davvero particolari, più che da guardare sono da toccare, talmente morbide da aver acquisito il nome comune di “gattini”. Tra i più belli c ‘è il Salix Chaenomelòoiodes Mount Aso a gemme rosa rosa e Gracilistyla Melanostachys a gemme nere.
La compagnia invernale delle piante robuste ci fa sentire utili nei confronti della natura e ci farà apprezzare una stagione alle volte poco goduta in giardino, dove le apparenti pause sono in realtà parte di un ciclo continuo di rinascita.