Il clima ci sorprende sempre e non smetterà mai di sorprenderci. Negli ultimi tre anni abbiamo visto un forte intensificarsi delle piogge primaverili e autunnali, con inverni più miti ed estati più corte.
Se il clima cambia, il giardino cambia con lui. Il clima e la struttura del terreno del giardino sono fondamentali per determinare la scelta delle piante più adatte. Quanto più estremi sono questi due fattori, tanto più le scelte diventano limitate. Per quanto riguarda alberi e arbusti, le precipitazioni più frequenti non sembrano dare troppi problemi, invece iniziamo a notare nelle piante erbacee e bulbose, una riduzione delle fioriture, ma anche la presenza di malattie o la regressione della pianta.
Il giardino, come dico sempre io, è natura addomesticata, in quanto tale, non può trovare da solo un equilibrio, ma ha bisogno dell’occhio esperto di un giardiniere. Come quando una pianta cresce troppo a discapito delle vicine, il giardiniere sa come intervenire per riportare l’armonia e il benessere di tutte le specie presenti, così che nessuna prevalga su un’altra. Per fare ciò, sarà compito del giardiniere valutare la possibilità di sostituire o arricchire le aiuole con piante erbacee più adatte a resistere e a fiorire anche con le frequenti piogge di questo clima che si è proposto nelle ultime annate.
Forse qualcuno ricorderà la moda del dry garden di cui ultimamente non si parla più: cambiano i tempi e cambiano le mode, ma adesso è proprio il caso di dire cambia il tempo, cambia il giardino e cambiano le fioriture!
È possibile lavorare il terreno strutturandolo per renderlo più drenante, così da aiutare qualche specie irrinunciabile, come le Iris barbata, piante dal rizoma molto grosso che assorbe tanta acqua ed ha quindi problemi con la pioggia in eccesso. Si può optare, però, per un altro tipo di Iris, più resistente a questa condizione meteo, come le Iris ensata, Luisiana ‘Black Gamecock’ o sibirica, le quali presentano rizomi più stretti e poco succulenti rispetto a quelli delle Iris barbata.
Sicuramente, le Iris barbata, con i loro grandi fiori colorati, sono uniche e inconfondibili. Tuttavia, l’obiettivo dovrebbe essere la diversificazione delle specie, tenendo conto del clima, che ogni anno può sorprenderci cambiando direzione. In questo caso, il piano B diventa fondamentale: riuscire a combinare entrambe le strategie, così da non farsi mai cogliere impreparati.
Le erbacee perenni vantano numerose piante stabili, che sopportano sia la troppa pioggia che le annate di secco, come ad esempio le echinacee, le rubdeckie, le scabiose, le salvie da fiore, i Geranium e le Hemerocallis, che sono un’ottima base di perenni, tra l’altro sempre in fiore.
Le piogge frequenti sono però un’ottima opportunità per coltivare piante da foglia particolari, come le Brunnera, le Hosta o il particolarissimo Podophyllum spotty dotty.
Questo clima mi fa pensare alla freschezza della montagna, ai prati verdissimi nei quali crescono piante che qualche anno fa avevo provato a coltivare, ma il clima era estremamente secco e quindi inadatto. A quanto pare ora è tornato il momento di tentare di nuovo con Astrantie, Lychnis flos-cuculi e gli immancabili Cirsium, piante ottime da suoli umidi, ma che possono cavarsela anche da noi se le aiutiamo con un impianto di irrigazione a goccia per l’estate, perché se le piogge primaverili non mancano, ricordiamoci che poi per un paio di mesi le temperature alte potrebbero asciugare fin troppo le aiuole.
In autunno le piante che amano tanto l’umido sono le persicarie, le sanguisorbe, gli Eupatorium, soprattutto l’Eupatorium colecistinum, e le Lobelia, tra tutte la più appariscente è Lobelia Hadspen purple, una torre di fiori viola che può raggiungere il metro e ottanta, ma più che una pianta, è una vera e propria presenza in giardino!
Tirando le somme, il mio consiglio è di creare delle aiuole con fioriture resistenti a qualsiasi clima, come quelle suggerite sopra. Inoltre, sarebbe utile predisporre degli spazi dedicati a fioriture che, in percentuale minore, siano adatte alle annate piovose e altre, anch’esse in percentuale ridotta, che siano più resistenti alle annate secche.
Quando si utilizzano piante con esigenze particolari, è sempre meglio regolare la tessitura del terreno per aiutarle a superare brevi periodi in cui il clima non è ideale. Tuttavia, se le condizioni climatiche sfavorevoli si prolungano per più anni, le piante tenderanno a regredire. In tal caso, sarà la varietà più resistente a prendere il sopravvento, e non sarà il giardino a riequilibrarsi da solo, ma il giardiniere dovrà continuare a mantenere il giusto equilibrio.
Anna