Agosto, metà estate e gran caldo. Sembra il momento meno indicato per parlare di rose, invece, io penso sia esattamente il contrario.
È questo il periodo più indicato per fare il punto della situazione nel roseto, per guardare bene con i propri occhi le caratteristiche buone o non, per scegliere come e dove metterne e per capire la reale importanza dell’arbusto più famoso del mondo.
Oggi parlare di roseto per un giardino ornamentale, ma non espositivo (inteso come quei “veri roseti” nati per esporre numerose quantità di specie), sembra una cosa fuori dal nostro tempo. Se ben ricordate il concetto di resilienza ed il ritorno di vecchi miti e status symbol, crederete a me che vi dico che il roseto sta per ritornare nei giardini, o almeno lo spero! Magari un ritorno in chiave moderna, che sappia sfumare bene quel pensiero che sfiora alcuni di noi: una visione obsoleta della rosa in giardino.
La Rosa è un arbusto ornamentale, che troviamo in ogni taglia, e presenta una buona resistenza a diversi climi e terreni; quindi, è auspicabile poter proporre un progetto di roseto un po’ ovunque. Le migliaia di varietà possono accontentare qualsiasi gusto e ci permettono di avere un’ottima scelta anche tra le rifiorenti. In un roseto è buona cosa la distribuzione dei colori, ma senza esagerare con i rossi vivi e con i bianchi, rimanendo invece nelle tonalità di mezzo e utilizzando delle gradazioni particolari per qualche angolo un po’ separato. Una volta presa la decisione è meglio mettere giù bene tutte le carte in tavola, per valutare al meglio le varietà più adatte.
Ritornando al nostro agosto, strascico della classica estate italiana per tre quarti infuocata, passeggio virtualmente e non in giardini di veri e propri appassionati di rose e comprendo una cosa molto importante, che direi differenzia nobilmente chi si prende cura di un roseto piuttosto che di un semplice giardino: volere un roseto non è un sogno, ma un’ambizione.
Essere ambiziosi ci porta determinazione ed orgoglio verso il frutto del nostro speciale desiderio.
Chi vuole un Giardino (con la G maiuscola) rimane sognante e sempre alla ricerca dell’eterea bellezza dei fiori, invece, chi desidera un Roseto deve avere un carattere davvero determinato e costante dall’inizio alla fine. Il roseto è impiantato non sulla semplice terra, ma sulla storia: la Rosa ha fama, oltre che per la sua bellezza, anche per i tanti racconti che l’accompagnano, siano essi grandi romanzi d’amore o semplici storie di nascita di nuove varietà di rara bellezza.
Varietà nuove, a volte germogliate per scherzo, come questo rosaio in miniatura nato da seme, rifiorente e con bacca autunnale, che disegna i bordi dei petali come un rossetto sulle labbra di una giovane ragazza.
Nella mia passeggiata cammino in mezzo a rose talmente belle che mi chiedo se davvero siamo ad agosto. Ricordo, però, che un mese e mezzo fa è stata fatta la potatura di metà stagione a tutti i rosai del giardino: un lavoro che porta alle aiuole nuova vita e colore da ammirare proprio oggi con i nostri occhi. Le rose sono ritornate con colori diversi e con qualche fiore più piccolo rispetto a maggio, ma grazie alle cure preventive ed un impianto adeguato, sono comunque belle esuberanti.
Durante la stagione estiva i toni più scuri rendono meglio all’ombra, in modo da mantenere più intenso il colore, ma attenzione al problema dell’oidio, perché all’ombra, se non c’è aria, si intensificherà. Le rampicanti o sarmentose, che necessitano di stare a pieno sole, è meglio sceglierle nei colori chiari, altrimenti puntare alle varietà da bacca. Le bacche iniziano a mostrarsi già in agosto e qualcuna comincia timidamente a colorarsi, dando inizio al secondo tempo del film più romantico del giardino: “il Roseto”.
La rosa è un fiore sensuale per la forma dei suoi petali e per il suo profumo. Ci sono rose con un profumo dolce, altre speziato, chi voluttuoso, altre leggero e altrettante molto intenso: passeggiare in un roseto è inebriarsi di questa sensualità, affascinandosi petalo dopo petalo.
Ritornando alle bacche, dono prezioso del nostro roseto, fanno riscaldare l’autunno e brillare l’inverno. Nell’ultima stagione dell’anno le bacche diventano protagoniste, perché sono ancor più belle da osservare quando ricamate dalla brina o contrastate dalla neve bianca. Dove è possibile, ne portiamo a casa qualcuna per le decorazioni natalizie.
Questo scenario fa da compagno alle fioriture secche delle graminacee e alle cortecce ornamentali colorate di alcuni alberi e arbusti, fino a quando arriverà febbraio e inizieranno le prime cure per il nostro rosaio, cominciando dalla potatura. In realtà, se è stata fatta bene la scelta delle varietà, le manutenzioni di un rosaio non sono molte, anche se a volte ci possono essere delle sorprese inaspettate, nonostante la cura nella selezione. In generale, una buona potatura non è mai drastica. Al momento del taglio, controllo bene la salute del rosaio per capire come agire nei mesi a venire, quindi imprimo nella mia memoria questa pianta come se per me fosse unica, perché – come già detto prima – chi sceglie di fare un roseto ha dentro di sé la giusta determinazione per arrivare al risultato ideato.
Il rosaio nel giardino inglese dà struttura al verde e si mescola con erbacee e graminacee creando un quadro completo. Tutto ciò non è solo una ragione estetica o schematica: le mescolanze di specie nell’aiuola creano delle dinamiche che la arricchiscono e la proteggono da malattie e parassiti, e lo stesso fa la Rosa. Un consiglio utile nella scelta delle rose è diversificare il più possibile colore e varietà, quindi non esagerare con la quantità di rose di una stessa specie, per prevenire un’eventuale infestazione di insetti attirati proprio da quella tipologia.
Da febbraio a maggio l’attesa è lunga: tra la potatura e il risveglio, la concimazione ci assicura quel rigoglio che ci aspettiamo, aiuta lo “sprint” di partenza, ma soprattutto serve a far arrivare in forze il rosaio fino alla fine dell’intensa stagione di fioritura.
Alcuni rosai mi stupiscono perché sembrano non avere mai un attimo di tregua: le stesse foto che faccio loro ad agosto sembrano quelle scattate a maggio, le distinguo solo perché noto dei toni più caldi. Le rose non tradiscono mai la loro infinita bellezza ad ogni ora del giorno e, mentre vedo alcune perenni soffrire il gran caldo, il sole passa tra i loro petali creando incantevoli giochi di luce. La rosa i trenta gradi proprio non li sente!
C’è stato un tempo in cui le rose mi sembravano irraggiungibili, per la necessità di dover aspettare di aver un rosaio maturo o per la difficoltà nei mesi freddi di potare i rami di alcune varietà molto impegnative per la tipologia di spine. Tutte piccolissime difficoltà che ripagano un rapporto intenso con la vera regina dei fiori del film più romantico del giardino: “Il Roseto”
Anna