Un giardino, grande o piccolo che sia, può ospitare uno o più angoli che si discostano dallo stile scelto inizialmente: si possono realizzare delle ambientazioni che ci portano a fantasticare di essere in posti lontani, magari uno di quei luoghi che da tempo sogniamo di andarci, o dove siamo già stati e ci siamo particolarmente emozionati. È così che nasce una piccola oasi, un angolo di relax, una collezione di qualche genere particolare, costruendo un ambiente molto diverso dal luogo in cui è situato il giardino.
Chissà perché, solitamente, ci emozionano tanto i giardini che hanno un clima molto diverso dal nostro, forse la novità, o la sfida, o semplicemente come dice il proverbio “l’erba del vicino è sempre più verde”.
Questi giardini si imprimono nella mente attraverso emozioni forti che hanno suscitato in noi la voglia di qualcosa di nuovo, che possa rendere particolare e diverso il nostro giardino.
Togliamoci l’idea che il giardino deve essere un progetto fine a sé stesso: il giardino è un eterno divenire, anche se noi non aggiungiamo o sostituiamo qualcosa, lui stesso attraverso le piante che ospita attirerà una certa qualità di insetti, funghi, malattie che assieme al meteo agiranno portando di anno in anno cambiamenti.
Attraverso queste trasformazioni, negli anni saremo invitati a fare delle scelte di manutenzione che porteranno a dei risultati non sempre coerenti con l’idea iniziale. Bisogna essere preparati a questa elasticità mentale, in giardino la rigidità progettuale muore.
Questo possiamo notarlo nelle tendenze che vengono proposte negli ultimi anni dai grandi paesaggisti che creano giardini con molte piante erbacee disseminanti, usano prati fioriti e lavorano non più a grandi masse uniformi, ma a più elementi mescolati. Partendo quindi da questi propositi, che ci spronano a non porre troppe rigidità e quindi limiti, direi che il momento storico nel giardinaggio è ottimo per lanciarci sulle sperimentazioni, con una sana dose di fantasia supportata dalla tecnica, come gli impianti di irrigazione e la conoscenza delle piante e dei terricci, tenendo conto ovviamente dei limiti dati delle temperature.
Un angolo che io consiglio a tutti è quello acquatico: l’acqua rende l’ecosistema del giardino più sano attirando insetti utili, come le libellule e gli anfibi – che contribuiscono ad abbassare il numero della popolazione delle zanzare nutrendosene – e diventa un punto di ristoro per gli uccelli e piccoli mammiferi, come il riccio, anche lui utilissimo per la lotta contro le lumache. Il rumore dell’acqua di una piccola cascata o una fontana è fortemente rilassante, come lo sono i pesciolini che nuotano sinuosamente.
Un piccolo specchio d’ acqua è anche un modo per riuscire a coltivare piante particolari che amano l’umido, oltre alle aquatiche, come le ninfee. Tra le più belle e rustiche ci sono gli Iris acquatici, i giunchi (Juncus effusus “Spiralis”), gli equiseti (Equisetum hyemale) e le sagittarie, delle quali cito una delle mie preferite, la Sagittaria Montevidensis, particolare per i suoi grandi fiori.
Le ninfee sono note per il loro fascino incredibile, se poi vogliamo qualcosa di davvero particolare possiamo viziarci con delle ninfee tropicali dai colori insoliti, le quali si potrebbe stare ore ad ammirarle, alcune di esse sono notturne e possono diventare compagne indispensabili per una serata da favola in giardino.
La ninfea Missouri sboccia al tramonto e si chiude all’alba. È intensamente profumata, ma è necessario posizionare una luce soffusa, non troppo vicina, poiché, essendo un fiore bianco, nelle notti di luna piena splende di luce propria, trasformando l’atmosfera della serata in una scena da mille e una notte.
Non tutto si pianta in terra e, come da tradizione inglese, il giardinaggio in vaso può diventare un modo per arredare un portico, un’entrata o l’allestimento di un intero terrazzo. Il giardinaggio in vaso anche quando il giardino c’è, diventa un modo anche per poter coltivare delle tipologie di piante che non sono adatte al terreno del luogo, per esempio si coltivano le piante acidofile in vaso quando si ha un terreno calcareo per evitare di dover apportare terricci acidi in grandi quantità.
Altre piante che scegliamo di coltivare in vaso, per evitare problemi nel terreno argilloso del nostro giardino che trattiene l’acqua, sono le piante da drenato, le quali, come dice il nome stesso, richiedono un buon drenaggio.
Le piante annuali possono essere utilizzate per abbellire un balcone o per rafforzare nel giardino dei punti fioriti di stagione. Analogamente, molte piante perenni hanno una resa estetica migliore in vaso, perché caratterizzate da un portamento ricadente.
Da non sottovalutare le piante ad uso alimentare, come le aromatiche da cucina, ideali per creare un angolo bello e funzionale, magari utilizzando vasi della stessa fattura ma con dimensioni e forme differenti.
Se non siamo portati per il giardino umido e il suo caratteristico laghetto, andiamo a visitare un giardino diametralmente opposto: roccioso e con piante da drenato. Queste specie necessitano un forte drenaggio ed è curioso scoprire che tra le più usate primeggia l’Iris, una pianta che spazia tra l’umido (Iris pseudata) e il secco (Iris graminea), ma anche nella via di mezzo, come un bel terreno pesante ed argilloso (le bulbose Iris hollandica).
Al giardino roccioso si adattano numerose piante fiorite, ma negli ultimi anni stanno riscuotendo un discreto successo nuove varietà di sedum, piante sempreverdi e crassulacee che resistono senza problemi a temperature leggermente al di sotto dello zero. È importante mescolare il tutto con la corretta irrigazione e un terreno adatto, al fine di creare un angolo speciale in qualsiasi posizione, utilizzando le specie più adatte.
Chi ama il tropicale può riuscire ad avere un angolo in stile “giungla”: nulla è impossibile, basta optare per alcune specie rustiche dall’aspetto tropicale, come Canna indica, Musa Basjoo, Aralia, Tradescantia Euphorbia mellifera, Hosta dalle foglie giganti e felci di diverse tessiture. Poi, per rendere più vivace il tutto, aggiungiamo qualche specie tropicale utilizzata come annuale a veloce sviluppo, come Iresine, Coleus e Caladium coloratissimi, di cui si ritira solo il rizoma a fine autunno. Insomma, anche per l’angolo tropicale ci sono davvero molte e diverse idee disponibili da provare e sperimentare.
Il segreto per mantenere il giardino in stile giungla sempre rigoglioso è l’installazione di un sistema di irrigazione a nebulizzazione, anche se le piante non sono necessariamente di tipo tropicale, a parte alcune annuali – come accennato in precedenza – la maggior parte di esse non è sensibile al gelo.
Possiamo creare angoli particolari anche con una sola collezione di piante. Alle fiere è possibile trovare venditori specializzati in un solo genere ed è curioso notare come anche in un singolo genere possano esistere centinaia di varietà diverse. Ho letto da qualche parte che uno dei generi più popolari da collezionare sono le Hoya, conosciute anche come “fiore di cera”: tuttavia, queste piante, insieme ad altri generi adatti alla collezione, di solito richiedono riparo e vengono tenuti in vaso. C’è invece un genere che non richiede né riparo (alcune sono rustiche) né vaso: si tratta delle “piante del vento”, le tillandsia.
Piante epifite o curiose sempreverdi che portano delle infiorescenze tipiche delle bromeliacee, dove le brattee sono molto colorate ed appariscenti ed i fiori sono piccoli e spesso di un colore diverso.
Direi che, nel limite del possibile e coltivabile, la collezione diventa un gioco senza fine che ci porta ancora una volta a pensare che il giardino non è solo un valore ornamentale, ma un modo per curare l’anima, tenerla viva e legata alla natura, alla quale infondo apparteniamo tutti, animali e vegetali.
Anna