La gestione degli spazi in giardino in questi ultimi anni è notevolmente progredita e migliorata. Oggi, grazie a una progettazione attenta e mirata, non c’è più spazio per la disorganizzazione: gli ambienti sono suddivisi con cura in base a necessità, funzionalità ed estetica. La progettazione del verde dà vita a zone alberate che offrono ombra, siepi divisorie che separano non solo gli spazi esterni ma anche quelli interni, aiuole ornamentali e, negli ultimi anni, sempre più aree dedicate alla coltivazione dell’orto.
L’orto integrato nel giardino nasce dalla curiosità di sperimentare, ma andando un po’ indietro nel tempo, spesso scopro che chi ci chiede un orto ha una motivazione le cui radici affondano in alcuni ricordi d’infanzia, che lo riportano a quei giorni di un’estate lontana passata a raccogliere frutta e verdura nell’orto di un nonno, una zia o di qualche amico.
Quel ricordo è ancora vivo e odora di piante di pomodoro, con le loro foglie che macchiavano le mani, ma richiama alla memoria anche le famose grandi zucchine scappate di maturazione che facevano tanto arrabbiare e ancor più ridere. I fiori coloratissimi dell’orto e i suoi sapori ricchi e spiccati nutrivano più di una famiglia e riempivano le dispense, lasciando nei più piccoli la voglia di imitare un giorno quei gesti, nella speranza di soddisfare il palato con gusti sopraffini.
Oggi, il grande orto alla fine del campo è un privilegio esclusivo di chi abita in campagna. Tutto sommato, grazie alle nuove tecniche di coltivazione ben sperimentate, si è riusciti a proporre piccoli orti che possono essere integrati all’interno dei giardini e con un’unica regola: devono godere di almeno 4/6 ore di sole al giorno, il minimo necessario alla maggior parte delle piante orticole per riuscire a dare una buona produzione.
Ho iniziato a creare il mio primo orto nel mio primo giardino, che è anche quello che ha ispirato la nascita di questo blog. “Il Giardino di Anna” è frutto di un’idea di Gianluca e Simona, con cui ho da subito trovato una grande affinità. Loro hanno desiderato che questo spazio all’interno del sito aziendale potesse essere di supporto, contribuendo a valorizzare la bellezza del giardinaggio.
L’orto nel mio primo giardino era un piccolo disastro. Io e le orticole non andavamo per niente d’accordo, perché, dopo tanti anni che trattavo per lo più alberi e arbusti, quelle piantine così delicate e piccole mi sembravano fuori dalla mia portata. Lo ammetto, stavo quasi per arrendermi, ma come spesso mi accade, quando sono sul punto di gettare la spugna, arriva l’idea giusta. Mi sono trovata davanti a delle serre dove le verdure erano spettacolari, le piante non erano più come le vedevo, deboli e piccine, ma sembravano forti arbusti, con forme precise e frutti spettacolari.
Mi trovavo a Cavallino Treporti ed ero in visita alla sede aziendale di Ecosistem, dove si estendeva il grande terreno del padre di Gianluca, nel quale coltivava con passione pomodori, peperoni, melanzane e molte altre verdure destinate alla vendita. Ero estasiata dalla perfezione dei suoi raccolti, e il mio primo pensiero fu: “Devo assolutamente riuscirci anche io.” Scambiai qualche parola con Roberto – il padre di Gianluca – e, da quello che mi disse e da ciò che vidi con i miei occhi, portai a casa una vera e propria lezione di vita legata all’orto, un’esperienza ricca e completa. L’anno successivo, grazie a quel prezioso insegnamento, nel mio orto spuntarono dei peperoni spettacolari.
Nel mio passato non c’è stato un familiare che mi abbia trasmesso l’amore per l’orto e il giardino, ma avendo questa passione nel sangue, credo di aver trovato in quel breve dialogo con Roberto il momento perfetto per iniziare a creare il mio primo orto veramente produttivo.
In questi ultimi anni, la voglia di avere un piccolo orto di cui godere sta venendo un po’ a tutti e sempre più spesso accolgo richieste di piccoli orti domestici. Solitamente sono orti rialzati, perché più comodi da lavorare, si vangano molto meno (solo dal terzo anno circa), non sono impegnativi e la soddisfazione c’è sempre. Esteticamente gli orti rialzati sono perfetti con le strutture moderne, ma si adattano benissimo anche al classico. Il materiale che preferisco per le vasche rialzate è indubbiamente il corten, resistente e duraturo, oppure la muratura, magari fatta con il mattone, ma un’ottima alternativa è il tufo, anche se, ammettiamolo, è un po’ passato di moda!
I cassoni si possono assemblare su misura e ci si può coltivare di tutto con un’ottima resa, perché il terriccio è formulato adeguatamente all’uso e l’irrigazione a goccia fa crescere le verdure sane, evitando malattie fungine, tipiche delle orticole.
Se disponiamo di un grande giardino e possiamo “ritagliarci” qualche centinaio di metri quadrati, possiamo progettare un vero e proprio orto suddiviso in zone specifiche. Ad esempio, si possono dedicare spazi a frutti minori, come fragole, lamponi, ribes e uvaspina, creare una zona per le insalate da semina diretta e un’area in cui coltivare con il TNT (tessuto non tessuto) per ridurre la necessità di zappare continuamente le erbacce. Certo, si tratta di un orto che richiede un certo impegno fisico, ma con una progettazione mirata e a bassa manutenzione, adattata alle risorse e alle forze disponibili, si può ottenere un risultato davvero soddisfacente.
Le coltivazioni che io consiglio sono basate su una scelta intelligente: coltivate ciò che vi serve più spesso, ciò che non trovate con facilità nei negozi, ciò che viene bene nel vostro orto e metteteci tanta bellezza, perché dobbiamo sfamare anche gli occhi!
Tra le verdure più belle e buone io coltivo quelle con colorazioni inusuali: pomodori verdi, peperoni blu, melanzane bianche e zucchine gialle.
Uno spazio lo dedico sempre ai fiori tipici dell’orto, ed anche qui io programmo le fioriture in successione. Iniziano le Calendule, scelgo quelle bianche o albicocca a fiore doppio, perché non amo i colori troppo accesi, tipici della Calendula officinalis. A seguire i Nasturzi e i papaveri a fiore doppio, mentre per la piena estate prendono la scena le Zinnie e i Girasoli. La scelta è vastissima, ed il bello di questi fiori è che – essendo annuali – ogni anno si possono cambiare creando un gioco infinito di colori che rallegra e motiva sempre più.
Se oggi non coltiviamo un orto, domani non ci sarà più quel bambino che ricorderà l’odore del pomodoro maturo, la fragola rubata nell’orto della zia, o quei fiori che la nonna metteva nel cesto dopo essersi arrabbiata per aver dimenticato qualche zucchina troppo cresciuta. È importante che questi ricordi possano vivere nei nostri bambini, per trasmettere loro una parte di tradizione. A volte, bisogna guardare oltre i nostri desideri immediati e rendersi conto che, in questo caso, si può anche conquistare un pasto. Un orto integrato nel giardino può regalare quella soddisfazione inaspettata di cui spesso non ci rendiamo conto di aver bisogno.
Anna