Frettolosamente attraverso il giardino, immersa nell’eterno pensare e al prossimo passo da fare – sia fisico, che pratico, ma anche organizzativo – quando le mie orecchie per un attimo colgono un suono lieve e dolce. D’improvviso i pensieri scompaiono e i sensi si mettono all’opera, allora con gli occhi cerco il suono, mentre la mente mi suggerisce di concentrarmi sul cinguettio di un piccolo pettirosso.
Il pettirosso mi segue da quando ero bambina, mi osserva e mi indica sempre la via giusta, invece, oggi pare debba solo saltellare. Finalmente si ferma e mi porta dove il sentiero si fa stretto e ci sono due curve, per finire in un angolo dedicato alle piante più piccine. Per chi come me è un’amante delle scenografie e degli ambienti naturali, come il bosco, le rocce e i piccoli stagni, un posto in giardino dedicato alle specie “mini” è necessario. Il piccolo pettirosso si sente al sicuro e sa che quando vengo a fare lavori qui qualche vermetto in più per i suoi spuntini arriva sempre, in cambio ha richiamato la mia attenzione qui, dove le piante minute cullano i miei pensieri più fantasiosi, portandomi in quella micro dimensione in cui io divento piccolissima e loro grandissime rubacuori.
Spesso il concept di un giardino parte dal disegno di grandi scenografie arricchite di piante che lavorano sia in orizzontale che in verticale, portando copertura del suolo e schermatura dal circondario. Di solito le “piccole gemme” vengono prese in considerazione all’atto del nuovo impianto, ma io credo che sia giusto valutarle in un secondo momento, in occasione di un rinnovo o di una manutenzione approfondita dove occorre sostituire qualcosa. È questo il momento ideale per dedicarsi alla ricerca di specie particolari, di capirne l’essenza eterea legata al sentimento che suscitano, come anche la tecnica legata alle esigenze culturali.
Piante minuscole che non si possono incastrare in un posto a caso solo perché “visto che sono piccole ci stanno”; teniamole come “chicche”, vediamole come se fossero una collezione e creiamo una scena apposita per loro. Le scene per le mini spaziano tra giardini rocciosi drenati, asciutti o umidi a zone di sottobosco, create con piccoli alberi leggeri come Betulle, Aceri, Cornus e simili. Un altro modo di coltivarle è in vaso, sbizzarrendosi con vasi grandi o mini coordinati allo stile della casa.
La posizione ideale per le piante molto piccole è indubbiamente in primo piano, meglio ancora se rialzato da rocce, ma se l’ambiente è ordinato si possono spostare in secondo o terzo piano giocando con colori luminosi. Le piccole sempreverdi hanno il periodo ornamentale più significativo in inverno, quindi, si possono posizionare come effetto sorpresa sotto alle chiome degli arbusti spoglianti. Ad esempio, immaginate un mosaico di ciclamini di diverse specie dai fogliami disegnati posti sotto alla chioma bassa di Cornus florida che li tiene ombreggiati in estate.
Nel patio o sotto al porticato proviamo a mettere qualche vaso che stuzzichi la curiosità attraverso piccole foglie tonde, nastriformi, che spaziano da lucide a tomentose: approfittando di queste posizioni riparate possiamo posizionare qualche grazioso vasetto per ammirare quelle mini che potrebbero avere problemi ad essere coltivate direttamente in terra.
In un vaso appeso si apre una lunga coda argentata di Dichondra Silver Falls: le sue foglie piccolissime, tomentose e lievemente arricciate, hanno un colore che piace a tutti ed è perfetto negli arredi moderni dove oggi i toni grigi primeggiano. Altro ricadente spettacolare a foglie mini è Polygonum Capitatum, che fiorisce ad intermittenza tra l’estate e l’autunno: anche lei come Dichondra argentata non sopporta il gelo, così risultano perfette da coltivare in vasi appesi riparati.
Anche i Sedum nelle varietà più strane sono perfette per piccoli vasi e le nuove varietà stupiscono per le colorazioni del loro bel fogliame succulento.
Un altro bell’angolo dedicato alle “mini” potrebbe essere un micro ambiente acquatico, stagno o biotopo che, grazie alla filtrazione naturale delle piante acquatiche, mantiene il giusto equilibrio e acqua sempre pulita.
Le piante acquatiche e palustri in formato mignon sono tantissime, ci sarebbe da scriverne un libro, così ne cito un paio: per iniziare Lemna minor, una delle molte specie autoctone o naturalizzate, le cui fogliette tappezzano la superficie acquatica con la funzione di ossigenante. Due essenze mini adatte al bordo lago sono l’azzura Sisyrinchium angustifolium e la gialla Sisyrinchium californicum, entrambe caratterizzate da fiori piccoli che si susseguono tra la primavera e l’estate.
Negli ambienti ricreati dall’uomo, in primis nel giardino roccioso, queste essenze diventano le protagoniste rivelandosi anche molto utili, come nel caso si dovesse coprire un muretto a secco che esteticamente lascia a desiderare. Come sempre, la scelta va ponderata sulle caratteristiche ambientali e climatiche, perché ogni essenza ha le sue esigenze ed è meglio non accostare piante di facile manutenzione con altre che richiedono cure particolari e specifiche.
Le piante da giardino roccioso, se piantumate nel loro ambiente naturale, si comportano da pioniere: Tunica saxifraga (Petrorhagia saxifraga), grazie alle sue caratteristiche, potrebbe diventare il simbolo di questa tipologia di pianta. Autoctona dell’Italia, la si trova in tutte le regioni sfoggiando una bellezza leggera che si dissemina ancorando le sue sottilissime radici in pochi centimetri di terriccio sabbioso. In coltivazione è stata selezionata la cultivar a “Flore Pleno” in bianco e in rosa pallido, mostrando a pieno la sua bellezza, alla quale è difficile resistere.
Una rappresentazione in chiave moderna del giardino roccioso è il “green wall”, il giardino verticale, espressione di modo nuovo e divertente di godersi un’esposizione di queste piccole grintose. Il Green wall viene proposto per di più negli ambienti lavorativi, sia interni che esterni, ma in realtà questa soluzione può essere adattata a molte esigenze, come ad esempio, un divisorio tra giardino ed orto dove coltivare le aromatiche più piccole, che spesso in terra si sporcano, trasformandosi in questo modo in un muro profumato di erbe sempre pulite e comode da raccogliere.
Infine, ci concentriamo sulle Cyperaceae, che, sebbene ne esistano poche specie mini, Ficinia truncata crystal ice ed Uncinia rubra sono due sempreverdi dai colori vivaci particolarissimi. Ficinia ha un aspetto sorprendentemente invernale, per via del bordo del fogliame che sembra essere ricoperto di ghiaccio; Uncinia, invece, ha foglie color rame, tonalità completamente opposta alle gradazioni fredde di Ficinia.
Le varietà di queste piante “piccole di natura” sembrano essere infinite, ne ho viste tantissime e spesso mi chiedo quante ne conosco e quante ho provate, tanto che nella mia pazzia mi rispondo: “non ancora tutte!”. Per me, la passione per il verde legata alla fantasia è un infinito che non si esaurirà mai, così spero di riuscire a coinvolgervi sempre più in questo processo creativo, usando descrizioni che possano far trasparire quello che il cuore sente quando il mio sguardo si posa amorevolmente su una nuova piantina.
Anna