Avete presente quando non esiste una regola visto che tutto cambia in base ai vari fattori esterni? Ecco, questo è quello che succede in un giardino!
Nonostante tutto ciò con delle attente valutazioni iniziali una buona riuscita è sempre possibile.
Una delle problematiche più comuni in giardino sono le erbacce, o erbe spontanee: a nessuno piace un giardino in disordine, quindi nella progettazione bisogna sempre tener conto di questo problema.
La pacciamatura è una tecnica molto utile nell’impedire la crescita delle erbacce.
Le pacciamature hanno diversa pezzatura ed è quindi necessario fare una scelta di base: una pezzatura più piccola è più elegante, ma in mezzo cresceranno più erbacce perchè essa funge da letto di semina, mentre in quella più grossa avremo meno erbacce, visto che i semi faticano a germinare. Una cosa importante è anche lo spessore della pacciamatura: è inutile risparmiare e metterne uno strato sottile che non servirebbe a un granchè.
I materiali per la pacciamatura sono molti: a seconda del tipo di aiuola decideremo se utilizzare il lapillo, la corteccia o altro, oppure delle piante tappezzanti.
Questi aiutano soprattutto nel caso in cui abbiamo delle piante che crescendo si uniranno, in questo caso metteremo la pacciamatura alla base delle piante tra l’una e l’altra. In altri casi possono essere utilizzati nella parte anteriore dell’aiuola al confine tra viale o prato e l’aiuola stessa. In questa foto ad esempio il lapillo fa da pacciamatura tra l’aiuola e il laghetto e viene utilizzato anche all’interno del primo gradino del laghetto.
Un buon sistema economico e pratico di pacciamatura tra le erbacee perenni è la paglia. Nell’uso della paglia non è prevista la posa del telo pacciamante sotto: si prepara un terreno con un buono strato di paglia e si piantano le perenni. Durante quell’anno non sarà necessario togliere erbacce: finita la prima stagione la paglia si deteriorerà, le perenni cresceranno e l’anno seguente avremmo l’effetto desiderato.
Nel caso di perenni che amano suoli drenanti si può usare un buono strato di ghiaino sottile. Potrebbero depositarsi alcune erbacce anche se in quantità trascurabile: a confronto alla paglia è sicuramente meno efficace, ma nella bella stagione l’effetto estetico sarà davvero notevole.
Tra le perenni adatte a coprire il suolo molte sono quelle da roccioso, alcune addirittura calpestabili. Alcuni esempi sono il Timo Serpillo e il Timo Longicaulis che personalmente preferisco, perchè lo trovo più robusto e con una crescita più compatta. Uno dei fattori di cui tener conto infatti, anche con il coprisuolo, è la crescita della pianta stessa per non trovarci con un tappezzante ad “effetto gramigna”.
Quando si usano le hedera ad esempio bisogna saper scegliere la varietà giusta, ci sono delle varietà nane compatte adatte a questi scopi, per non trovarci poi a dover combattere con crescite esagerate al posto delle erbacce.
Una pianta che va bene in ombra ed ha ottime caratteristiche è Geranium Macrorrizzum: fioritura primaverile estiva, non soffre il secco (una problematica comune di quando si pianta un tappezzante sotto gli alberi), inoltre la cosa che amo di più di questa pianta è il suo colore autunnale.
Geranium Macrorrizzum
Un tappezzante che ama il sole, non soffre il secco (ma odia il ristagno), sta sempre bella composta, con una fioritura molto bella anche se breve e l’Achillea Umbellata
Achillea Umbellata
Poi ci sono i tappezzanti per la mezz’ombra, due bellissimi ed immancabili sono il Cerastium Tomentosum e il Erigeron Karvinskianus, ma attenzione perchè il Cerastium soffre un pò il caldo estivo mentre l’Erigeron il freddo invernale.
Per gli spazi più ampi si possono usare arbusti o conifere tappezzanti adatti al contesto giusto potranno offrire soluzioni estetiche appaganti come il Juniperus horizontalis GoldStrike oppure Blue Chip
Una problematica rara, ma che si può presentare in determinate situazioni è un terreno con ristagno d’acqua soprattutto alla base di pendii, in quel caso possiamo sfruttare la situazione a nostro vantaggio utilizzando piante che amano ambienti paludosi piante palustri,come ad esempio l’Acorus Gramineus Ogon
Insomma tante soluzioni per tante situazioni differenti e quella regola che non esiste per via dei fattori che cambiano, a questo punto, non ci spaventa più.