Nel lungo viaggio della vita il giardino diventa un fedele amico, del quale si possono scegliere le caratteristiche o, comunque, lo si può addomesticare meglio di un animale. Quando si arriva a comprendere questo, possiamo veramente scegliere il progetto che ci porterà il vero benessere della natura.
Tra le caratteristiche che cercavo nel mio primo giardino ho aggiunto la produzione, ma che non fosse il ricavo dei classici prodotti da orto. Quella fu la mia prima ricerca sulle piante per un progetto, non sapevo bene cosa ne avrei fatto di quei prodotti, ma ero decisa ad usare specie officinali ed edibili.
Negli anni, oltre a sperimentare le piante, ho provato anche varie ricette dove ho usato oli, tisane, sciroppi, decotti, guarnizioni con fiori (nella foto un semifreddo guarnito con fiori di Borago officinalis e Sambucus nigra Black lace) e non solo, perché le piante sono anche divertimento: allora ho seccato capsule, fiori e foglie ed il giardino è diventato mio compagno inseparabile.
Ci sono molte piante che hanno queste caratteristiche ed ormai selezionarle nei progetti è diventata un’abitudine. In questa scelta spero di incuriosire i committenti ad intraprendere questo rapporto con le piante, un tempo legato a tradizioni tramandate dagli anziani, che di erbe e germogli ne conoscevano ogni virtù. Il tutto diventa un modo per iniziare a capire che con il giardino si può accrescere la propria cultura botanica, un tipo di cultura considerata tuttora troppo poco, basti pensare che talvolta gli operatori del verde spesso non vengono formati in botanica, una scienza molto complessa, che comunque meriterebbe un po’ di studio in più.
Tornando al nostro angolo verde da assaggiare, le mie proposte prevedono varie scelte che, negli anni, lasciano la piena libertà di provare questo giardino dei sapori. Qualcosa da gustare, mangiare o sorseggiare del proprio giardino dovrebbe sempre esserci, ma preferisco non relegare queste piante in angoli dedicati, perché se un giorno si dovesse scoprire di non avere questa particolare propensione verso le preparazioni, il progetto deve comunque mantenere il suo pieno senso estetico ornamentale.
Devo dire che, rispetto agli anni precedenti, in media la tendenza nei committenti va verso un tipo di rapporto molto più intimo con il proprio giardino. Mi arrivano richieste che appaiono “velate”, che tendono nella direzione di un tipo di giardino più libero, spensierato e vissuto, dove spesso il richiedente non ne comprende da subito il senso. Appaiono come un desiderio quasi nascosto, un piccolo tesoro che si svela solo quando pongo specifiche domande per cercare di scavare nell’intimo della persona.
Mi è capitato proprio qualche settimana fa che una giovane e dolcissima mamma mi raccontasse di avere un’idea per il suo giardino in costruzione, un pensiero al momento astratto, quando ad un certo punto, parlandone insieme, è uscito il suo bellissimo sogno legato ad un grande cambiamento nella sua vita lavorativa. Durante la maternità il giardino le aveva regalato la consapevolezza del suo legame con i fiori, ed ora le serve un progetto per poter continuare il suo brillante cammino. Insieme abbiamo deciso che sarà un cammino lento, nel quale lei e i suoi fiori diventeranno amici inseparabili. Non è stata l’unica committente a vedere questo importante cambio di rotta nella nicchia del giardino privato, che vede nell’attuale momento storico il tempo ideale per proporre un verde non solo da vedere, ma da assaporare in ogni senso. Bastano poche piante per rendere il proprio giardino produttivo, quindi non occorre una grande area, invece, è importante capire cosa può piacere ed essere utile.
Nelle aiuole possiamo inserire piante le cui foglie una volta seccate diventeranno dei tè dai sapori particolari, a fatica quasi zero, con i quali rilassarci e offrirli agli ospiti con enorme soddisfazione.
Monarda, Agastache, Aloysia triphilla, Perilla frutescens sono alcune delle mie preferite, sia per la bellezza dei fiori che per il gusto dell’infuso. Ricordiamoci che non siamo nell’orto, ma nel giardino, quindi il taglio va fatto dopo la prima fioritura, verso metà luglio, così le piante produrranno nuovi steli e rifaranno un nuova fioritura settembrina, meno copiosa ma sempre apprezzabile.
Un arbusto incredibile è Feijoa sellowiana, sempreverde con foglie dalla pagina inferiore grigia, che produce fiori bellissimi, i cui petali hanno una consistenza leggera come una nuvola e dolce come lo zucchero: usiamo i petali per decorare macedonie e gelati, ma attenzione a non staccare l’ovaio, che produrrà un frutto molto buono da consumare fresco col cucchiaino scavando il frutto dopo averlo tagliato a metà o utilizzandolo per marmellate molto speciali. È una specie adatta sia a siepi miste che come grande arbusto singolo. Se dovessimo buttarci a capofitto su un frutto sceglierei la mora senza spine, un arbusto sarmentoso che fiorisce in bianco, con un fiore molto bello e simile ad una rosellina a petali semplici, che matura frutti da giugno ad ottobre, per poi regalarci in autunno foglie dai toni arancio e rossi.
Un albero dalle dimensioni contenute e dalla fioritura primaverile, che ci delizia con i suoi ottimi fiori fritti pastellati è la Robinia, ma ovviamente non ci accontentiamo della normale Robinia Pseudoacacia, meglio scegliere la varietà Twisty Baby dai fiori e foglie più particolari.
Un prodotto davvero speciale lo otteniamo dalla semplice Calendula, un fiore troppo spesso considerato da orto, in realtà ha un altissimo concentrato di oli essenziali e porta beneficio anche al giardino. Seccando i capolini e mettendoli in olio di oliva otteniamo al filtraggio un oleolito che avrà proprietà lenitive, cicatrizzati e calmanti.
Un antico detto veneto dice “Ogni erba che la varda in su la gà la so virtù” (trad. Ogni erba che guarda in su possiede una sua virtù): oggi tra le mani abbiamo il mondo informatico, che dovrebbe essere uno stimolo ad andare oltre alle conoscenze tramandate e portare ad uno studio più completo, nella consapevolezza che la preparazione delle erbe non è un gioco.
Per aggiungere qualcosa di esotico al nostro piccolo pacchetto di assaggio vi porto in acqua: tra le piante acquatiche troviamo diverse specie edibili, come il Loto nella varietà Nelumbo nucifera, di cui si mangia la radice. Acorus calamus variegato, che è più ornamentale rispetto a quella monocroma, è una pianta officinale e commestibile, di cui si utilizza il rizoma: un toccasana per l’apparato digerente. Sebbene sia originaria della Turchia, si è poi diffusa in India dove viene molto utilizzata in medicina.
Anemopsis californica ha foglie e steli aromatici, che possiamo usare essiccati per aggiungere un carattere speziato nella preparazione di un pot pourri. Aponogeton dystachyos nel sud Africa ed in estremo oriente è considerato una prelibatezza pari ai nostri asparagi. Queste sono alcune tra le specie più particolari che fanno parte del gruppo delle piante “irrinunciabili” per i laghetti, prediligendo sempre quelle che hanno periodi ornamentali lunghi e che in acqua abbiano una funzione filtrante attraverso le loro radici.
Questo ritorno a passare più tempo tra casa e giardino ci riporta a gustare e vivere il nostro ambiente privato con un ritmo più lento, che si era un po’ perso.
Le possibilità di potersi reinventare e rinnovare ritornando alle tradizioni attraverso quello che oggi si riassume con una parola che sta più nella bocca che nelle mani, cioè la resilienza, il giardino ce la offre ogni giorno e ora è arrivato il momento di coglierla per poterne assaggiarne l’essenza.
Allora, per chi vuole, ecco un primo assaggio di te, giardino mio.
Anna